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Cap. 9 - VILLA LUIGI FACCANONI, poi BORTOLOTTI, ora SURRE (1912)

Indirizzo: Via Predore, 5 Sarnico BG

 

Cenni storico-artistici

Del Luigi Faccanoni, ci dice il Giorgi in "Faccanoni" che è nato il 21 giugno 1867 a Savona. Si è laureato al Politecnico di Milano nel 1892; ha iniziato a lavorare con i fratelli ed i parenti, tutti imprenditori prevalentemente di opere pubbliche (ponti, strade, porti, ferrovie – proprio durante la costruzione della ferrovia ligure nacquero Luigi e Giuseppe). Ha partecipato a vari lavori sia in Italia che nell'Impero Austro Ungarico. Ha contribuito alla costruzione di 80 chilometri dell'acquedotto di Vienna. E stato sindaco del Comune di Predore dal 1917 al 1920; a somiglianza di quanto fatto da suo zio Antonio per Sarnico, ha donato a quel comune un Asilo Infantile, che ha intitolato ai suoi genitori. A Vienna si era unito in matrimonio con Erminia Lorek; è morto nel 1939.
Ha conosciuto l'architetto Sommaruga a Milano, che dopo la villa milanese ora Clinica Columbus, gli ha poi progettato la grande villa, lontano dal paese, sulla strada per Predore in località "Surre". La villa è circondata da un vasto parco ed è collegata da un cavalcavia alla darsena sul lago. Tempo fa è stata acquistata dal pro- nipote Comm. Achille Bortolotti ora defunto. Attualmente la villa è di proprietà della società Tamoil, ma è abitata saltuariamente. In questa casa hanno vissuto a lungo sia Luigi Faccanoni che il figlio Giuseppe detto Giusy. Oltre a questa villa Luigi Faccanoni aveva anche un'altra villa a Milano, che poi è stata venduta all'ing. Romeo (1919). Attualmente vi ha sede la nota Clinica Columbus. Anche la villa a Milano, costruita nel 1907, è opera del Sommaruga.
Villa Surre ha subito negli ultimi anni imponenti lavori di restauro ad opera inizialmente del Comm. Achille Bortolotti e da ultimo dal Cav. Armani e dalla società Tamoil che ne ha curato anche il riordino del giardino. L’antico edificio a monte della villa, per gli attrezzi e le scuderie, è stato ora attrezzato ed adibito a sala congressi e centro di formazione (Sarnico Centro Studi e Formazione), di cui la villa potrebbe essere la foresteria.

L’esterno

La villa Luigi Faccanoni è una maestosa e complessa costruzione concepita all'inizio del secolo dal genio e dalla fantasia di Giuseppe Sommaruga. E’ un insieme di rara eleganza di ispirazione medioevale e romantica, che si esalta nel rigore del suo suggestivo parco con una caratteristica grotta, e un ingresso a esedra con bella cancellata in ferro battuto del Mazzucotelli, costruita con la solita abilità artigianale ed energia creativa. Anche in questa villa vi è un continuo rimando tra le decorazioni dei fregi in cemento e quelle in ferro, che utilizzano gli stessi motivi ornamentali. La cancellata è caratterizzata da intrecci di foglie che si adagiano e contrappongono alla struttura formata da barre rettilinee, nastri annodati, capricciosi viticci, foglie e rami.
Bassorilievi di Ernesto Bazzaro; la muratura è in pietra a vista, con decorazioni in cemento e termina con una gronda a guscio; una fascia in cotto decorato reca la data 1912. Un piccolo edificio di portineria sulla sinistra.
Il Sommaruga, architetto del Modernismo, ha portato avanti uno dei concetti base del pensiero modernista: quello cioè dell'artista che concepisce e progetta il manufatto architettonico nella sua totalità e a tutte le differenti scale.
Sommaruga forniva, fin nei minimi dettagli, modelli e disegni degli apparati decorativi, dai ferri ai cementi, dalle decorazioni a stucco a quelle ad affresco, seguiva le fasi di lavorazione e sovrintendeva alle loro messa in opera.
Secondo Bairati e Riva l'opera che, più e meglio di tutte, ci consente di definire il vero rapporto di Sommaruga con la tradizione è comunque questa villa del 1912. Qui davvero potremmo accettare le definizioni di Manfredini e Monneret, date in precedenza, giacché siamo proprio di fronte a una riproposta, estremamente personale, di un clima in un certo senso Rinascimentale.
L'edificio, infatti, di primo acchito richiama alla memoria, per certi suoi elementi, imprecisabili ville medicee. Ci si accorge subito però, avvicinandosi e mettendola a fuoco nei suoi particolari decorativi e costruttivi, quanto sia ben lungi dall'essere una pedissequa riproposta di stilemi rinascimentali, ma riesca invece a rievocare quelle immagini solo attraverso l'allusione a singoli episodi. In tal senso anche l'anomala costruzione delle grotte artificiali adibite ad acquari e situate in giardino, che più di altre ci riporta ad un clima manierista, trova nell'inserimento fra le rocce di inserti di ceramica colorata, un'analogia, probabilmente del tutto casuale, con certi impasti polimaterici di Gaudì.
La composizione esterna della facciata ci riporta a soluzioni del tutto simili a quelle adottate a Baveno per i Carosio o successivamente a Lanzo d'Intelvi per i Cirla.
Lo schema d'ingresso è costituito da un'ampia pensilina, balconata al primo piano, sorretta al centro da due pilastri- colonne e apre lateralmente ad ampie scalinate d'accesso, talvolta unificatesi sul davanti. Più ancora che alla tradizione barocca Sommaruga guarda soprattutto a quella manierista da cui trae un duplice insegnamento: da un lato, la consumata capacità di trattare le superfici attraverso un uso di materiali diversi e un loro diverso trattamento con cui ottiene sorprendenti effetti luministici e cromatici e, dall'altro, una certa tendenza a considerare gli affacci come quinte autonomamente definibili. Così alla sua predilezione per i basamenti a bugnato rustico cui si affiancano parti a bugnato liscio, fasce ceramiche, cementi plastici, si accompagna talvolta un metodo compositivo che procede per successive addizioni di parti.
La villa, a planimetria chiusa e volumetria compatta è abbastanza anomala dal punto di vista stilistico del Sommaruga e denota, con la sua mole imponente e rettangolare, un certo irrigidimento. Interamente rivestita di pietra, la facciata presenta il tradizionale allineamento regolare delle finestre ed anche il grande balcone (aggiunto molti anni dopo la costruzione nel 1926 e non parte del progetto Sommaruga) appare come un pronao piuttosto convenzionale. Il prospetto sembra avere come unico scopo quello di contenere i grandi altorilievi del Bazzaro che, con la loro movimentata e barocca sontuosità, rappresentano gli elementi di spicco dell'insieme.
Nel giardino della villa Luigi Faccanoni aveva fatto erigere un'erma col busto di Pietro Paleocapa (1788- 1869) - celebre ingegnere idraulico, Collare dell'Annuziata - alcune statue, una fontana, un gazebo, panchine in pietra decorata, una voliera e la caratteristica grotta all'entrata della villa; un ponte, originariamente in pietra con disegno ad arco, collegava la villa alla darsena; ora, l’allargamento della strada provinciale ha imposto l’abbattimento del ponte e la sua sostituzione con un manufatto in ferro.

L’interno

Sommaruga progettò anche gli interni della villa: risaltano le grandi scale in ferro battuto del Mazzucotelli, collocate in posizione centrale e illuminate da ampi finestroni (come nella villa Giuseppe Faccanoni 1907). Questa grande villa, con le sue 34 stanze, è un esempio di fastosa dimora borghese. Al piano principale una sequenza di stanze conserva serramenti e decorazioni originali; la distribuzione interna, forse vincolata alle esigenze del committente, non ha il libero snodo della villa Giuseppe Faccanoni (1907). Nel luglio del 1957 è uscito un articolo su "Rivista di Bergamo" sulle cantine Faccanoni costruite sotto la villa con l'ingresso nella grotta.
I vini prodotti e messi in commercio dal figlio Giusy Faccanoni erano due: il "Chiarello del Lago d'Iseo" e il "Bianco di Villa Surre". Erano poche bottiglie, ma veramente scelte e squisite. Gli impianti erano modernissimi per quell'epoca, imbottigliavano 3.500 bottiglie l'ora e volevano arrivare a 8.500.
L'aspirazione di Giusy Faccanoni era di raccogliere lì tutto il prodotto dei viticultori della zona e lanciarlo come tipo unico, il vino tipico della Valcalepio. Purtroppo è finito nel niente, perché i vigneti locali, dove da secoli si produceva il buon "Predorino" erano ormai stati estirpati per far posto alla speculazione edilizia.
Attualmente la villa, sia all’esterno che all’interno, è in perfetto stato di conservazione, grazie agli importanti interventi di restauro degli attuali proprietari.

In “Faccanoni” di A. Giorgi
Predore 1995 In “G. Sommaruga” di
Bairati/D.Riva Ed. Mazzotta, Milano 1982
In “Sarnico” a cura di A. Vaini
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