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Cap. 5 - VILLA PIETRO FACCANONI, ORA PASSERI (1907)

Indirizzo: Viale Orgnieri, 1 Sarnico (BG)

Cenni storico-artistici

In quel periodo non esisteva l'attuale viale Orgnieri, scrive il Giorgi in "Faccanoni" e la località percorsa oggi da questo viale veniva chiamata "Piè degli Orti". Qui vi era questa piccola filanda dove Pietro Faccanoni decise di stabilirsi. Pietro Faccanoni (nato il 14 marzo 1857) sposa Emilia Faccanoni nel 1880. In questa villa ha sempre vissuto sino alla morte nel 1943. E’ sepolto nel mausoleo. Per spirito di filantropia e per onorare la memoria del suo unico figlio maschio morto nella prima guerra mondiale, ha voluto dotare il paese di Sarnico di un ospedale, entrato in funzione nel 1933. Più volte Consigliere Comunale è stato eletto Sindaco di Sarnico nel 1912 per otto anni.
Nel 1897 era direttore dell'impresa italiana che costruiva acquedotti a Vienna. In questa impresa colossale destinata a portare l'acqua alla città di Vienna hanno partecipato anche i suoi due fratelli Giuseppe e Luigi. Ed è stata la base della loro fortuna economica.

La casa dopo la morte di Pietro Faccanoni è stata venduta al dott. Luigi Passeri.

Anche per quest'opera l'unica documentazione rintracciabile nella pubblicistica contemporanea è quella del Monneret de Villard. Un'altra documentazione grafica esistente (costituita da due copie eliografiche acquarellate) è ancora in mano agli attuali proprietari Passeri e riportate di seguito.
L’operazione effettuata da Sommaruga sulla struttura esistente è consistita in un parziale sventramento della preesistente filanda per ricavarne una grande scala, e nell’aggiunta di un corpo laterale dove sono stati ricavati nuovi ambienti al piano terra e al primo piano.

Interessanti sono i graffiti realizzati sul soffitto della grande veranda e dello scalone. In questo caso, Sommaruga riesce a creare un'opera dove alcune consuete sigle del suo stile - la fascia passante che lega le finestre, i motivi a nastro che si intrecciano a quelli di gusto floreali - rinunciano alla loro abituale aggressività plastica per appiattirsi in una resa bidimensionale di gusto grafico, secondo una tecnica da lui più volte usata, ma soprattutto in decorazioni d'interni.

Anche in questa villa Alessandro Mazzucotelli fu incaricato della creazione di tutti i ferri decorativi: il cancello esterno del giardino con la relativa cancellata, ringhiere, grate per porte e finestre, reggi-lampade e altri elementi ornamentali. I soggetti si basano sullo studio del nastro piatto, motivo ornamentale, usato anche nelle altre due ville. Nella villa Passeri si notano nella cancellata meno motivi vegetali, solo alcune decorazioni floreali sulle punte dei nastri di ferro. Per tutta la parte alta corre un nastro a punta, richiamandone la funzione originaria difensiva. Tutto l'insieme della decorazione della cancellata è più ridimensionata come gusto scenografico.
Come altri architetti del suo tempo, Sommaruga progettò anche gli interni delle proprie realizzazioni; nella maggior parte dei casi l’arredamento originale è  andato perduto, sia per cambi di destinazione degli edifici (palazzo Castiglioni e Clinica Columbus, per esempio), sia per intervenuti cambiamenti nel gusto e nello stile. Solo in questa villa però troviamo parte degli arredi originali tra cui una sala da pranzo disegnata dallo stesso Sommaruga. Il gusto per l'arredo globale, con "boiseries" e mobili a muro viene in questo arredamento condiviso con il grande ebanista Quarti.

Il legno usato da Eugenio Quarti per i mobili di questa villa è molto pregiato (teak di Cuba).
La stessa cura artigianale è riservata al resto dell'interno: la grande scala con la ringhiera in ferro battuto, i lampadari di ottone molto vicini al gusto praghese della Casa delle Municipalità, un grande camino meravigliosamente scolpito, le decorazioni in cemento graffito che si distribuiscono sulle volte della scala e della loggia con leggeri disegni di pergolati fioriti. Il tutto conservato ottimamente, a merito della famiglia Passeri.

In “Faccanoni” di A. Giorni
Predore, 1995 In “ G. Sommaruga”
Di E. Bairati/ D. Riva Ed. Mazzotta, Milano 1982
In “Sarnico” A cura di A: Vaini Sarnico, 1986