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Cap. 3 - IL GIARDINO LIBERTY

Il ritorno al naturale

La Rivoluzione Industriale invade il mondo con le produzioni di massa e segna la fine dei paesaggi pittoreschi, tipici di un mondo ancora agreste. All'indomani della Rivoluzione il giardino cambia volto e la natura torna naturale.
E mentre giardinieri e architetti dipingono paesaggi, i pittori seminano aiuole profumate e gli scrittori danno linfa al dibattito.
Alexander Pope, poeta e giardiniere, ha elaborato quei principi che hanno dato origine allo stile dei giardini inglesi dell'Ottocento, poi copiati anche da noi.
I giardini si arricchiscono di nuove piante, sfruttando i grandi progressi della tecnica. I maestri giardinieri iniziarono a collaborare con gli architetti. Le coeve esperienze anglosassoni rivestirono un ruolo di guida e ispirazione condizionando l'evolversi dell'idea di giardino in tutta l'Europa del XIX secolo.
William Robinson, artista paesaggista inglese, paladino della rivoluzione "naturale" del giardino alla fine del '800, incarna l'energia alimentata da un appassionato desiderio di riforma. Questo artista del paesaggio, combina nelle sue creazioni scienza e semplicità, principi che animano anche la sua opera scritta, come le celebri "Notes on the wild garden, 1870". Fu, come molti altri, influenzato dal movimento Arts & Crafts guidato da John Ruskin e Willìam Morris, che aveva un fine ambizioso: unificare le arti e restituire dignità al patrimonio artigianale; un ritorno alla vecchia tradizione, una reazione alla deplorevole concezione degli oggetti fabbricati in serie.
Nell'arte dei giardini questo movimento condusse al culto del "cottage garden" (giardino con casetta in campagna) e al ritorno ai fiori. Sono pochi i giardini del XX secolo - europei o americani - che non vi hanno aderito

Se molti universitari, artisti e collezionisti "illuminati" erano favorevoli a case più piccole e più semplici con giardini naturalisti, gli aristocratici e le nuove classi imprenditoriali reclamavano uno stile grandioso, in linea con la migliore tradizione storica e culturale.
Al volgere del nuovo secolo l'idea di un approccio naturalista al giardino - arricchito di prati, boschi, rocce, acqua - e la crescente disponibilità di nuove piante danno notevole impulso alla moda dei grandi giardini orticoli. L'autorevolezza di Robinson favorisce inoltre la diffusione dell'espressione individuale nella cura di ogni giardino, ove si fondano raffinatezza e considerazioni ecologiche. Lo studio delle interazioni delle piante, la particolare attenzione per la giustapposizione del grande e del piccolo, la spiccata sensibilità per gli accostamenti della forma e del colore delle foglie danno luogo a una nuova e sottile ricercatezza che già preannuncia l'interesse per l'ecologia.
Questi elementi, pur senza influenzare i giardini delle epoche successive, segnano una tappa fondamentale nella storia del giardino.